Il confine del futuro di Francesca Rossi (Possiamo fidarci dell'IA?) | Chiacchierata
- Giuseppe Galati
- 8 feb 2021
- Tempo di lettura: 5 min

Salve amici della casata.
Oggi andremo ad affrontare un argomento molto importante. Non vedevo l’ora di parlarvene! L’argomento è l’intelligenza artificiale (IA) e tutti dovremmo sapere che cosa sia l’intelligenza artificiale. Siamo in un importante momento storico di transizione per la formazione di un nuovo mondo e conoscere i concetti base dell’IA e dell’informatica è fondamentale.
Oggigiorno dobbiamo fare i conti con la tecnologia tutti i giorni e non possiamo permetterci di avere delle idee contorte o distorte di essa. Non sto dicendo di affidarci completamente a lei ma sicuramente è importante fidarci.
Per creare questo feeling tra noi e le macchine ci viene in aiuto un saggio che secondo la mia opinione è un toccasana per chi ha poche o nessuna conoscenza informatica, ed è un valido strumento anche per chi è già ferrato sulla componente tecnica, ma non sa che esiste un’etica delle macchine, delle equipe che lavorano ogni giorno per rendere il futuro con le macchine tranquillo e sereno.
Dentro il libro
Stiamo parlando del libro che vedete nell’immagine a fianco (premendo sull’immagine verrete portati al link di acquisto).
Cercando dei libri per approfondire la storia delle macchine e il discorso sull’I.A. ho notato questo: “Il confine del futuro” di Francesca Rossi.
All’inizio sinceramente ero titubante, perché in effetti ho pensato: come può un libro di 120 pagine spiegare un argomento talmente complesso? Ma l’ho acquistato per curiosità, e perché in caso avrei potuto fare il reso ah ah ah.
Vabbè, scherzi a parte, appena arrivato a casa mi sono subito innamorato! Il libro parte con un racconto che la scrittrice fa su un futuro idealistico in cui lei che vive in un’era completamente tecnologica, dove l’uomo lavora e si affida alle macchine. Ciò porta il lettore ad immergersi completamente e, per un momento, creare un’utopia fantastica.
A questa panoramica seguirà una spiegazione, un brevissimo riassunto sull’esperienza dell’autrice e soprattutto un’introduzione al libro per farci capire cosa spiegherà in esso.
<< Questo libro cerca di spiegare che cos’è l’intelligenza artificiale e quali sono le sue potenzialità e le sue capacità, ma anche i suoi limiti e i problemi o le conseguenze potenzialmente negative sulla nostra vita che possono derivare da un uso su larga scala. Si rivolge a chiunque sia interessato a capire dove può portarci questa tecnologia così potente e dal nome tanto affascinante quanto misterioso >> Cap. 1

Subito dopo, dal secondo capitolo intraprende un percorso molto interessante che va dalla nascita e alla scoperta di cosa sia l’intelligenza artificiale, alle differenze tra uomo e macchina, al rapporto tra questi due, alle potenzialità e le debolezze di entrambi.
Ma soprattutto attraverso la storia di convegni tenuti da personaggi importanti di ogni disciplina scientifica e sociologica, andremo a capire l’etica delle macchine, perché è importante e soprattutto il ruolo che ogni persona, macchina e scoperta ricopre nel nostro futuro.

Per introdurci meglio al problema dell’etica delle macchine, l’autrice ci espone diversi esempi di macchine e dati, stime reali su fatti accaduti nel corso degli anni. Alla fine, Francesca Rossi ci lascia una forbita bibliografia da cui attingere e approfondire ciò che lei ha potuto solo accennare, perché, come lei stessa dice, questo è un libro per tutti in quanto lei
parla con un linguaggio semplice, colloquiale e va a semplificare tutti i concetti.
<<Sapevi che il nostro cervello può effettuare un exaflops (cioè 1 seguito da 18 zeri di operazioni al secondo) consumando solo 20 Watt mentre, il computer più Potente al mondo, può eseguire un petaflops (93 seguito da 15 zeri di operazioni al secondo) consumando circa 15 Megawatt?>>
- dal Il Confine Del Futuro -

Specifiche
Genere
Saggistica
Formato
Copertina flessibile
Autore
Francesca Rossi
Editore
Feltrinelli
Collana
Varia
Pagine
124
Lingua
Italiano
Ma chi è Francesca Rossi?
Beh la storia di Francesca Rossi è basata sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Attualmente leader globale dell’IBM per l’etica dell’intelligenza artificiale e general chair del convegno dell’AAAI, ha ottenuto la Laurea in Scienze dell'informazione presso l'Università di Pisa nel 1986, dove nel 1993 ha conseguito anche il dottorato di ricerca in Informatica. Tra il 1992 ed il 1998 è stata ricercatrice (equivalente di "assistant professor" nel mondo anglosassone) all'Università di Pisa ed in seguito (1999-2001) è stata un professore associato in informatica all'Università di Padova. Dal 2001 è professore ordinario di Informatica all'Università di Padova ed è membro del Radcliffe Institute for Advanced Studies dell'Università di Harvard.
Nel 2015, tra l’università e l’IBM, si prese un anno sabbatico e andò ad Harvard, al Radcliff Institute, che ogni anno ospita cinquanta studiosi di discipline diverse. Era l’unica che si occupava di informatica in mezzo a poeti, registi, genetisti e scienziati che cercavano nuovi pianeti. Erano obbligati a lavorare insieme e come lei afferma << “Non mi veniva affatto naturale, non ero abituata a raccontare le mie cose in un modo che fosse comprensibile a chi non capiva i miei teoremi.” Le loro domande non erano tecniche ma: “Il tuo lavoro che impatto ha sulla società? Dove volete arrivare voi dell’Ai? Che cosa state combinando?”>>. Fu costretta a immaginare una visione d’insieme, non più solo il singolo risultato scientifico. Cominciò così a collaborare con il Future of Light Institute che teneva conferenze sui rischi legati all’IA. Al primo di questi incontri erano presenti ottanta persone tutte diverse: filosofi, psicologi, Elon Musk e lo scrittore di fantascienza, Google e Facebook, tutti insieme per cercare di costruire un’etica dell’Ai.
Si occupa soprattutto dell’etica delle macchine, di individuare i "bias", i pregiudizi algoritmici, affinché una macchina non discrimini tra bianchi e neri, uomini e donne ecc.
È stata per molti anni in America e lei afferma in un’intervista che: << Uno studente di informatica da noi studia solo quello, e poi solitamente ha un numero piccolo di crediti per fare altro. Così, a un colloquio con un’azienda internazionale, per esempio, l’italiano è molto più preparato nella sua materia specifica rispetto a chi studia qui, dove c’è una formazione più orizzontale: non solo informatica ma anche etica, filosofia, storia del cinema. Questa apertura alla multidisciplinarietà, però, è sempre più importante. Soprattutto nell’intelligenza artificiale. Per individuare eventuali problemi e capire l’impatto di quello che stiamo facendo, dobbiamo guardare al di fuori della tecnologia, in maniera orizzontale e da una certa distanza. Gli stessi professori universitari da noi sono più incasellati nei loro settori scientifico-disciplinari. Io dopo tanti anni, ho sentito il bisogno di allargare un po’ lo sguardo e parlare con esperti di altre discipline. Paradossale che sia successo dopo, all’università li avrei avuti tutti a disposizione: filosofi, sociologi, psicologi... E a Padova ero ancora fortunata perché qualche progetto multidisciplinare l’abbiamo fatto, ma erano rari. >>

Siamo giunti al termine del post! pero che il libro sia di vostro interesse e vi invito in tal caso a dare un occhiata al link che vi ho lasciato su.
Per oggi è tutto, dal vostro Giuseppe Galati, ciaooo!
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